di Giorgio Bicocchi
Con Zdenek Zeman in panchina e Dino Zoff promosso Presidente da Sergio Cragnotti, la Lazio sale in Valle d’Aosta per prendere parte, prima di Ferragosto, al Trofeo intitolato a Pier Cesare Baretti, giornalista, prima, dirigente sportivo e numero due della Lega Calcio, poi.
Un triangolare da 45′, incrociando prima il Torino e poi l’Everton: una formula, quella con il minutaggio ridotto, che il tecnico di Praga mai ha digerito.
Dopo aver vinto ai rigori contro il Toro (la partita si era chiusa a reti inviolate), grazie alle prodezze di Marchegiani, capace di neutralizzare tre penalties, la Lazio si gioco’ la vittoria nel trofeo contro gli inglesi dell’Everton. Orfana dell’infortunato Signori, Zeman, quel pomeriggio, in uno degli spicchi estremi d’Italia, schierò Marchegiani in porta, una difesa a quattro composta da Negro, Bergodi, Cravero e Bacci, Di Matteo Winter e De Sio in mezzo al campo, Rambaudi a destra, Casiraghi al centro e Boksic a sinistra. Chi pensava ad una sfida più equilibrata rimase profondamente deluso. La Lazio maramaldeggio’, realizzando quattro reti in scioltezza: tre con ‘Tyson’ Casiraghi, l’ultima con Winter, fisico asciutto, dunque entrato in forma rapidamente.
Fini’ – esattamente venti anni fa – con la squadra in mezzo al campo, il trofeo Baretti alzato al cielo da capitan Bergodi, Zeman soddisfatto per la crescita della squadra. Mentre – come al solito in modo sobrio, lontano dalle luci della ribalta – Dino Zoff si godeva il suo primo alloro da Presidente. Per nostra fortuna non l’ultimo, visto che, da allora, altri e ben più consistenti trofei sarebbero stati gradualmente sistemati nella bacheca di Formello.