di Giorgio Bicocchi
Nel campionato ’61-’62 l’arbitro Rigato, allo stadio Flaminio, nel corso della gara contro il Napoli, non convalidò una rete su punizione calciata da Gianni Seghedoni. La palla era regolarmente entrata in rete, uscendone, però, per via di una maglia bucata. Al termine del campionato, la Lazio, proprio per colpa di quella mancata vittoria, non venne promossa in A, scavalcata proprio dal Napoli.
Un episodio analogo – ma con esito, fortunatamente, diverso – accadde, nello stesso stadio (all’epoca chiamato ‘Nazionale’) una domenica di sessantasette anni fa.
19 ottobre 1947, in campo Lazio e Inter: non sarebbe stata quella una stagione folgorante per i nostri che avrebbero chiuso il torneo a metà classifica, con trentanove punti raccolti in quaranta partite. Una aurea mediocrità, insomma.
Quella gara contro i nerazzurri (che schieravano, tra gli altri, anche ‘Veleno’ Lorenzi) venne decisa da una punizione al fulmicotone di Leandro Remondini, uno dei giocatori Laziali più amati del Dopoguerra. Remondini, jolly difensivo col fisico da Superman (come la foto allegata testimonia) era dotato di un tiro fortissimo: non a caso nella Lazio gioco’ tre stagioni, timbrando novantacinque presenze e segnando la bellezza di diciannove gol. Molti dei quali, appunto, proprio su calcio piazzato: impossibile, d’altronde, per gli allenatori non affidare a lui il compito di calciare i tiri piazzati, da qualunque lato del perimetro d’attacco, proprio in virtù di quella dote da fenomeno.
Quel giorno la rete decisiva contro l’Inter, davanti a poco meno di trentamila tifosi, venne realizzata da Remondini dopo un’ora di gioco. Un tiro tanto forte e preciso che batte’ il portiere nerazzurro Franzosi, bucando la rete, con la palla che uscì disinvoltamente sul fondo. Gol per tutti anche se qualche giocatore dell’Inter provo’ a convincere l’arbitro Pieri che la palla non era entrata dalla porta ma uscita semplicemente fuori. Furono proteste sterili, ovviamente pretestuose: arbitro e guardalinee avevano visto ad occhio nudo che il tiro di Remondini aveva piegato le mani al portiere Franzosi, sgusciando fuori dalla rete demolita.
Il giorno dopo, ovviamente (la Tv ancora non c’era…) giornali e rotocalchi pubblicarono la foto della prodezza di Remondini. Destinato, tre anni dopo, assieme a Furiassi e Sentimenti IV, a rappresentare la Lazio ai mondiali in Brasile. Il difensore con la dinamite nei piedi. L’uomo che decise una partita con l’Inter del 1947, bucando la rete con una folgore su punizione. Guadagnandosi così, per la prodezza e per la dinamica dell’evento, una citazione perenne.