di Giorgio Bicocchi
Fu la vittoria dell’orgoglio, del senso di appartenenza: di nuovo padroni di Roma, dopo sei anni di letargo. Fu la notte in cui Helenio Herrera incrocio’ la squadra che, negli anni a seguire, avrebbe turbato i suoi sonni. Fu la notte di Maestrelli, primo derby e primo trionfo. Fu, essenzialmente, la notte di Giorgio Chinaglia, colui che quel derby, con un un destro preciso a fil di palo, decise, iniziando a dilatare la sua leggenda.
Avviso per coloro che il decisivo gol di Long John contro la Roma, quel 29 agosto del ’71, non hanno mai visto, perché Laziali di ultima generazione. Basta andare su youtube, cliccare ‘Chinaglia, 29 agosto 1971′, e, per magia, esaltarsi anche a quarantatré anni di distanza.
Riavvolgiamo la storia di quel trionfo: la Lazio era appena retrocessa, Lenzini aveva ingaggiato Maestrelli, fondando le aspettative di risalita in A sul blocco composto da Long John, Wilson, Facco, Martini, Nanni e Massa. Lo stesso nucleo – in verità – che, due mesi prima, a Basilea, aveva vinto con merito la Coppa delle Alpi. Era un derby di Coppa Italia, con il pronostico tutto a favore della Roma. Che giocava in A, era allenata da Herrera, schierando pure mica brocchi come Amarildo, Del Sol, Bet, Santarini, tra gli altri.
La Lazio gioco’ quella sfida con ardore, determinazione, rabbia agonistica. La gente assiepò la Curva Nord a testa alta, incurante degli sfottò e degli sberleffi dei rivali. Che, come spesso e’ accaduto, festeggiarono prima e non dopo. Prima frazione di sofferenza, poi, ad inizio ripresa, l’episodio che cambiò l’inerzia del match. Orientandola a nostro favore. Uno spiovente dalla trequarti in area romanista, lo stopper Bet che manca clamorosamente l’impatto con la palla. Dietro a lui c’è la sagoma di Long John che addomestica di petto, mette a terra, controlla e col destro infila Ginulfi, come la foto dal Centro Studi recuperata – ed allegata – testimonia.
Doveroso allora, oggi, celebrare coloro che, in quel derby, sovvertirono il pronostico. Bandoni, uno dei migliori in campo per via di parate-prodigio, Facco, Legnaro, Wilson, Papadopulo, Martini, Manservisi, Massa, Chinaglia, Nanni e Fortunato. In corso d’opera Maestrelli inserì, per rinforzare gli ormeggi, Oddi e Fara, anche perché Chinaglia uscì in barella.
Fu la festa dell’orgoglio ritrovato. Una formidabile iniezione di fiducia in vista del campionato della riscossa. Che la Lazio vinse, arrivando seconda dietro la Ternana, tornando in pompa magna nel palcoscenico prediletto. Preparando, di lì a tre anni, con quel blocco storico, guidato dalla rabbia di un guerriero chiamato Chinaglia, l’ascesa verso i giorni della gloria.