di Giorgio Bicocchi
La Lazio scelse Pechino, lo stadio Bird’s Nest, teatro, un anno prima della cerimonia di apertura e di chiusura dei Giochi Olimpici, esattamente quattro anni fa, per mettere in bacheca la terza Supercoppa Italiana della sua storia. Stavolta la rievocazione non fa riferimento alla notte dei tempi: si, perché, rispetto ad altre vittoria, la memoria, in questa circostanza, è piu’ nitida.
Un successo insperato, contro l’Inter, destinata, in quella annata da favola, a vincere il “triplete”, mettendosi in tasca scudetto, Coppa Italia e, soprattutto, Champions League.
La partita si giocò di sabato, alle quattordici italiane, le venti in Cina. Molti di noi lasciarono la spiaggia in anticipo per soffrire davanti alla tv, al chiosco dello stabilimento o sul sofà di casa. Con un pizzico di fortuna (l’Inter calcio’ nello specchio della nostra porta ventiquattro volte) e con un azzeccata tattica d’attesa avallata da Ballardini, i laziali riuscirono a contenere una squadra decisamente piu’ forte, colpendo nella ripresa. Prima, in modo fortuito, grazie ad un gol su rimpallo firmato da Matuzelam, poi, quattro minuti dopo essere passato in vantaggio, grazie ad un pallonetto magistrale di Tommaso Rocchi, una delle prodezze piu’ belle materializzate dall’ex capitano nei suoi sette anni di Lazio. Mourinho, davanti ad un Muslera reattivo piu’ che mai, le provo’ tutte, arrivando persino a schierare, nell’ultimo scampolo di gara, dopo che E’too aveva riaperto la sfida, persino quattro attaccanti: Milito, Balotelli, Suazo e lo stesso camerunense.
Fu, oggettivamente, un successo insperato ed imprevisto: Pechino, alla vigilia, assomigliava ad un gita di piacere e ad un modo per incrementare – alla luce degli introiti assicurati dalla Lega Calcio – le casse societarie. Il viaggio, invece, si tramuto’ in un autentico trionfo, l’unica giornata lieta, forse, di quella stagione, coincisa al contrario con una soffertissima salvezza timbrata la penultima giornata, all’Ardenza di Livorno.
Muslera Liechsteiner Siviglia Diakite Kolarov Brocchi Baronio Matuzalem Mauri Rocchi Zarate: ecco gli undici inizialmente mandati in campo. Alla festa parteciparono anche Dabo, Cruz e Cribari, in versione Totem difensivo, entrati in corso d’opera.
La domenica sera, tornando dalla Cina, la squadra venne portata in trionfo a Fiumicino da oltre duemila tifosi entusiasti. L’auspicio, tra dieci giorni, nel nostro stadio, è quello di conquistare la quarta Supercoppa della storia. Opposti alla Juventus, un’altra squadra – come l’Inter – con la maglia a righe. Un’altra volta, come nel 2009, partendo da sfavoriti…