di Marco Petraglia
Nel mese di febbraio anche “Il Ginnasta”, riportando in buona parte la dettagliata cronaca pubblicata in precedenza da “Il Piccolo”, tornò sull’argomento. Organo ufficiale della Federazione Ginnastica italiana, nella quale Ballerini (ritratto in una foto dell’epoca) aveva rivestito a lungo numerosi incarichi dirigenziali, questo giornale era evidentemente molto legato al Presidente laziale.
I calorosi e sentiti commenti nei quali, come nel caso de “Il Piccolo”, si parlava di Ballerini come figura fondatrice della Lazio, rendono la misura di quanto questo fosse riconosciuto, grazie alla sua devozione alla causa Laziale, come l’emblema più rappresentativo della società romana.
“Fortunato Ballerini, – scriveva “Il Ginnasta” – sempre giovane benché abbia superato la sessantina, è sempre all’avanguardia di tutte le iniziative che riguardano le società sportive e l’educazione fisica. Si può dire che non esista sport alcuno in Italia, del quale il Ballerini non sia stato il pioniere e spesso l’organizzatore: la Federazione Ginnastica, l’Istituzione Nazionale del Tiro a Segno, il Corpo Nazionale Giovani Esploratori, il Comitato Olimpico Nazionale e la Federazione di Tamburello contano il Ballerini fra i suoi fondatori, ma è soprattutto la società “Lazio” che ha trovato in lui il padre, il maestro, il precettore, il precursore, ed è riuscita ad assurgere ad importanza quasi eccezionale contando nelle sue multiformi Sezioni circa 4000 soci”.
Nel corso dei festeggiamenti intervennero, di fronte ad una nutrita platea, il generale Francesco Grazioli e l’on. Paolo Boselli il quale “consegnò personalmente al Ballerini una medaglia d’oro fatta coniare per lui dai soci». Quando poi venne ufficialmente annunciato che il presidente «era stato insignito dal Governo della onorificenza di Grande ufficiale della Corona d’Italia […] l’assemblea sorse come un sol uomo ad applaudire”.
Terminate le cerimonie si susseguirono incontri di scherma, danze, rappresentazioni teatrali, esibizioni musicali e canore. Le signorine della sezione Escursionisti intonarono, infine, l’inno della Lazio composto dal maestro Teofilo de Angelis.
Le manifestazioni del gennaio 1922 ed il loro riscontro sulla stampa aiutano a comprendere l’importanza della figura di Fortunato Ballerini ed il prestigio che la Lazio ottenne nel corso della sua presidenza radicandosi profondamente nella vita sportiva, culturale e sociale della città e della regione.
Emulare quanto fatto dalla Lazio nel 1922 risulterebbe, probabilmente, eccessivo ed anacronistico, ma almeno rinverdire, accanto a quello dei nove fondatori, anche il ricordo di Ballerini ogni 9 gennaio sarebbe un gesto di doverosa gratitudine.