di Giorgio Bicocchi
Dopo aver segnato all’Olimpico cinque gol alla Fiorentina e tre all’Inter, la Lazio di Lorenzo, battendo alla terz’ultima giornata del Campionato 1969-70 la Juventus di Anastasi e Cuccureddu, regalò indirettamente lo scudetto al Cagliari di Gigi Riva, facendo felice un’isola intera.
Fu Giampiero Ghio – estroso attaccante veneto con il quale Chinaglia, più volte, confessò di essersi trovato magnificamente come partner d’attacco – a sbloccare la gara nella ripresa. La Juve, orfana di Del Sol e Haller, si catapultò senza fortuna nella nostra area, impensierendo raramente Di Vincenzo. In quella Lazio, con la maglietta stile-inglese (come rappresentato dalla foto che ritrae i sorridenti Chinaglia e Ghio) giocavano già tre artefici di quello che, quattro anni dopo, sarebbe stato uno scudetto storico ed irripetibile. Ovvero Wilson, Polentes e Long John.
Fu proprio Chinaglia, nel finale, a segnare su rigore il gol della sicurezza, facendo esplodere di gioia la Sardegna, Riva e tutto il Cagliari. Tifosi Laziali in festa (oltre 58mila paganti, sommati ai dodicimila abbonati) perchè battere la Juve è sempre impresa da sottolineare col lapis blu nell’agenda dei sogni.
Un finale orgoglioso e tenace di quella Lazio che, nelle ultime sette gare del torneo, mise assieme quattro vittorie e tre pari. Con Chinaglia (dodici centri) e Ghio (cinque) coppia del gol.