di Giorgio Bicocchi
Nel dicembre del ’34 Silvio Piola, in un incontro amichevole, gli segno’ quattro gol. Diciannove anni più tardi – con l’Olimpico già inaugurato – Burini e Bredesen realizzarono le due reti della vittoria. Nel febbraio del ’64 (ed è la foto che il Centro Studi vi mostra, con gli allora laziali Mazzia e Giacomini sullo sfondo) la Lazio pareggio’ 0 a 0 all’Olimpico, quantomeno interrompendo una lunga serie di rovesci.
Nel ’69, stavolta in trasferta, un incredibile uno-due di Governato e Ghio lancio’ la Lazio di Lorenzo verso la serie A: fu proprio quel blitz in Emilia, a metà aprile, ad orientare la promozione. Storie di vittorie ma pure di stop fragorosi: come quello che a Terni, in campo neutro, la Lazio subì nel settembre dell’81. Andò in vantaggio con Bigon, salvo poi cedere alla rimonta degli avversari. Nel viaggio di ritorno sulla E45, i dodicimila laziali al seguito pensarono concretamente alla possibilità che quella stagione sarebbe stata poco prodiga di soddisfazioni. Come puntualmente accadde.
La Spal, la gloriosa Società Polisportiva Ars et Labor, fondata nel 1907, dunque una delle società italiane più antiche e, per questo, più ricche di aneddoti, torna miracolosamente tra i professionisti, iscritta alla Seconda Divisione, la vecchia C2, dopo aver concretamente rischiato di non iscriversi neppure tra i dilettanti.
Un salvataggio lungo, laborioso, portato a compimento soprattutto dalla Giunta Comunale di Ferrara, complice il ‘sacrificio’ della Giacomense, la squadra di un piccolo paese di neppure tremila abitanti che, da anni, con un bilancio solido, giocava in Seconda Divisione.
La Spal, reduce da due fallimenti, riacquista cosi’ il suo marchio mentre la Giacomense gli cede il titolo sportivo, mettendogli pure a disposizione il parco-giocatori, lo staff tecnico e organizzativo. Rinasce, dunque, a metà dell’estate, il vanto calcistico di Ferrara, un club che, solo per indossare una maglia biancazzurra (con le proverbiali righe verticali) non poteva non suscitarci, nel corso di tante sfide, simpatia e affinità. Tanti incroci, lungo l’asse Roma-Ferrara, condite da storie ed aneddoti in bianco e nero e a colori. Giusto che la Spal, con 106 anni di storia sulle spalle, rinasca e si riappropri del suo mito.