di Giorgio Bicocchi
In pochi avrebbero immaginato che quel ragazzone biondo, terzino marcatore, preferibilmente schierato a destra, ingaggiato da Lenzini nell’estate del ’68, avrebbe accompagnato tante Lazio. Povere, proletarie, improvvisate. Poi, fortunatamente, spumeggianti e, clamorosamente, visti i precedenti di allora, vincente.
Buon compleanno a Mario Facco, gigante milanese che oggi compie 68 anni. Un amico dei colori LAziali che, ogni mattina, su una delle tante emittenti radiofoniche che dilettano chi ama la Lazio, approfondisce le nostre vicende. Duro solo a parole, Mario, che, per la Lazio, nutre da sempre una passione profonda. Uno scudetto, una Coppa delle Alpi, un campionato De Martino, un torneo tricolore Under 23: ecco il suo palmares, mica da poco. E’ stato guidato, dalla porta, da Di Vincenzo, Sulfaro, Bandoni, Pulici. Ha giostrato in difesa, in assoluto ordine sparso, con Marchesi, Adorni, Onor, Polentes, Wilson, Oddi. Ha abbracciato Governato, Morrone, Moschino, Ghio, Fortunato, Massa. Giocando tanti anni con Long John. Parlando in dialetto meneghino con Cecco. Non parteggiando per nessuno all’interno di uno spogliatoio che,dal lunedì al sabato, era una polveriera.
Vincendo uno scudetto, esibendosi in Coppa UEFA o nel torneo Anglo-Italiano, dove, spesso, ci si picchiava.
E’ stato allenato da Lorenzo e Maestrelli. Oltre centotrenta presenze in con la maglia dell’aquila, impreziosite pure da sei reti. Sei anni di Lazio – fino all’autunno del ’74 quando venne ceduto all’Avellino – un titolo in tasca e un rimpianto grande così. C’era lui in campo nella sciagurata notte di Ipswich, incapace di mettere il bavaglio allo scatenato attaccante Whimark, autore dei quattro gol che – fatti due conti – impedirono alla Lazio di accedere al turno successivo.
Una sola macchia nell’ambito di una esperienza a Tor di Quinto contraddistinta da fedeltà e abnegazione. Auguri, caro Mario, custode di tante belle (a loro modo) Lazio.