di Giorgio Bicocchi
Dopo Favalli, Wilson, Negro, Puccinelli c’è lui, il ‘Conte’ , Luca Marchegiani, il quinto giocatore della Lazio di sempre, per numero di presenze e fedeltà. Sbandierata sempre con sobrietà, dunque con puro dna Laziale. Chiudi gli occhi e lo rivedi in presa alta, al culmine delle sue proverbiali uscite.
Che si concludevano, senza mai smarrire la palla, ben oltre il dischetto del rigore. Il portiere dalle mani d’acciaio, nel solco della grandissima tradizione laziale di numeri uno: Sclavi, Gradella, Lovati, Sentimenti IV, Pulici, Peruzzi, che poi prese il suo posto.
Oggi Luca Marchegiani compie 48 anni: Toro e Lazio i grandi amori della sua vita. Con quello per l’Aquila, però, più manifesto e più palpabile se è vero che a Roma Luca e’ rimasto a vivere, palpitando sempre in segreto – opinionista di grido delle Tv commerciali – per la squadra che gli regalo’, in dieci anni, fama, notorietà e successi.
Ripensi alle sue uscite sulla testa di Riedle nei tanti Lazio-Torino dei primi anni Novanta, quando Cragnotti – non ancora insediatosi – se ne innamoro’ calcisticamente, lui baluardo granata, avendolo scelto come sostituto di Fiori, mai cresciuto in modo compiuto. Fu una trattativa a suon di miliardi quella che Cragnotti porto’ avanti con l’emulo granata Borsano. E Luca, in quegli anni, raramente tradì’. Una parata decisiva su un rigore calciato da Giannini. Un’altra a Montecarlo, su uno degli ultimi assalti portati dal Manchester United. Coppe alzate come fossero una abitudine: era così, in quegli anni, d’altronde, Lazio in cima al mondo. Lo scudetto al cardiopalma del 2000, i record con la porta immacolata. Papere? Ce ne sono state, perbacco, perché gli errori dei portieri – lo sapete – sono quelli a cui nessuno può porre rimedio. Magari lo scudetto del ’99 sfumò per una sua omissione, in quel diabolico Lazio-Juve di aprile, quando Henry, davanti ad una difesa improvvisata, pareva il Messi di oggi. Le parate strappapplausi, però, superano di gran lunga le bucce di banana: ecco perché Marchegiani, nella storia della Lazio, e’ uno che ha inciso.
Portiere, campione, ragazzo serio, una laurea in Economia e Commercio, in coerenza con la tradizione di famiglia: il papà, a Jesi, e’ uno stimato fiscalista.
Doveroso oggi – nel giorno del suo compleanno – ricordarne la figura, l’essenza di laziale silenzioso ma presente. Auguri, grande Luca.