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22 marzo 2000: espugnato Stamford Bridge
22 marzo 2000: espugnato Stamford Bridge

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di Giorgio Bicocchi

MATCHDAY PROGRAM CHELSEA-LAZIO 22 MARZO 2000WTMPartimmo per l’Inghilterra con la mente che ripercorreva, in un attimo, le precedenti gare vissute Oltremanica. Le partite nel Torneo Anglo Italiano, ad esempio, in cui ci si picchiava senza pietà, mani in faccia e gomiti alti. C’era stata però una inversione di tendenza, avvenuta sette mesi prima di quella sfida, datata 22 marzo del 2000, Stamford Bridge, il tempio del Chelsea prima di migrare nel suo nuovo stadio.

A fine agosto del ’99 avevamo infatti vinto la Supercoppa Europea contro il Manchester, nel Principato: quella, insomma, era una Lazio cresciuta, che sarebbe diventata, coi fatti, il primo club del mondo. Vincendo, tanto per fare un esempio, da li’ a due mesi, nello spazio ristretto di quattro giorni, scudetto e Coppa Italia.
Ecco perché le paure della vigilia – retaggio di un passato che non esisteva più – erano immotivate. Si, perché quella Lazio di Eriksson, pur avendo incassato tre giorni prima, a Verona, uno stop cocente che l’aveva scaraventata a nove punti dalla Juve-battistrada, a poche ore dal derby di ritorno, gioco’ una partita tutta cuore e ritmo. Andando sotto nel punteggio, nell’umidita’ di Londra, nel primo tempo, recuperando e vincendo la gara nella ripresa. Di Inzaghi e Mihajlovic, con la solita perla su punizione, pure sfruttando il cattivo posizionamento del portiere dei blues, la rete di uno storico blitz. Il Chelsea, infatti, non perdeva da oltre trenta gare in casa, figuratevi, col suo stadio che sembrava un fortino.
MihajlovicWTMGrazie a quello squillo in trasferta, che fece storia, la Lazio vinse il proprio girone di Champions (oltre al Chelsea di Vialli e Zola c’erano il Marsiglia e il Feyenoord, capace di strapparci quattro punti su sei), piombando nei quarti, tra le migliori otto della competizione.
Oggi sono passati quattordici anni da quel prodigio anche se oggettivamente – forse per la bellezza del ricordo – pare davvero ieri. Ai protagonisti di quell’impresa, a Sven e a tutta la panchina un legittimo omaggio da tutto il popolo Laziale.

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