di Giorgio Bicocchi
Il presidente era il Cavalier Giuseppe Pedercini (erroneamente indicato come Federici). Il Vice-Presidente Tito Masini. Il direttore sportivo Alceste Grifoni. Il segretario Guido Baccani. I consiglieri? Ancherani, Canalini, Golini, Grassi, Pastori. Con Arturo Balestrieri. La notizia – una di quelle che, nel gergo giornalistico, sarebbe etichettata come ‘una breve’ – venne pubblicata su un giornale del febbraio 1904 (copia recuperata dal Centro Studi e rigorosamente proposta) e, senza girarci attorno, e’ destinata a riscrivere le storia di uno dei fondatori della Lazio.
Raffigura l’organigramma della Lazio del 1904, contemplando ancora il profilo di Arturo Balestrieri, nonostante diverse fonti storiche, già dall’anno precedente, lo avessero considerato, al pari di altri ‘dissidenti’ della Lazio di allora, uno dei fondatori della Virtus, sorta come costola del nostro sodalizio.
Atleta poliedrico, versatile, un autentico portento al servizio dello sport romano dei primi del Novecento, podista, marciatore, nuotatore, pallanuotista, diventato successivamente un appassionato giornalista de ‘La Gazzetta dello Sport’, Arturo Balestrieri, dunque, ancora nel 1904 era un consigliere della Lazio ed evidentemente era tra i dissidenti che avevano fondato la Virtus, alla quale aderì solo successivamente.