di Giorgio Bicocchi
Quando l’aereo proveniente da Cagliari Elmas toccò la pista di Fiumicino, la Lazio si accorse dell’entrata in vigore delle misure anti-austerity. Luci appena soffuse sopra la città, insegne dei negozi spente, cinema e teatri chiusi alle 22: una città in letargo coatto per provare a risparmiare energia, retaggio dei provvedimenti adottati dal Governo.
Qualche ora prima quel 2 dicembre 1973, la Lazio di Maestrelli aveva vinto al Sant’Elia di Cagliari, tornando a sorridere dopo l’ultimo squillo, datato metà ottobre. Da allora la squadra aveva infatti registrato una sconfitta a Torino con la Juve e ben tre pareggi, di cui due in casa contro Fiorentina e Inter. Dopo aver largamente prevalso nella sfida contro Boninsegna di sette giorni prima, all’Olimpico, Long John decise di vincere anche il duello con Gigi Riva – uno che mai lesinò incoraggiamenti e simpatia per la carriera calcistica e l’umanità di Giorgione – contribuendo, con un gol decisivo, a tornare a vincere, scacciando gli spettri, installandosi in classifica a due punti dal Napoli-battistrada di Vinicio.
La Lazio, quel pomeriggio, vinse uno a zero grazie ad uno dei più bei gol firmati in carriera da Long John. Che, imbeccato da Frustalupi, partì dalla trequarti verso la porta difesa da Ricky Albertosi, superando in tromba prima Tommasini e poi Niccolai. Entrò in area dalla sinistra e con una rasoiata andò a gonfiare il lato opposto della rete. Un bellissimo gol, frutto di potenza, prima, e precisione, poi. Un gol griffato alla maniera di Gigi Riva, appunto (scatto, progressione, tiro preciso) come sintetizzato dal titolo de “Il Corriere dello Sport”, allegato a questo ricordo.
Messo in freezer il risultato nel primo tempo, la Lazio soffrì non poco nella ripresa perché il Cagliari fallì occasioni in serie con Riva, Gori e Butti. Allenata da Beppe Chiappella, la squadra rossoblù – vanto di un’isola intera – aveva mantenuto l’intelaiatura della squadra-campione che, nel ’70, aveva fatto piangere di gioia tutti i sardi, vincendo l’unico scudetto della sua storia.
Con lo squillo siglato da Chinaglia, la Lazio sconfisse l’apatia che pareva attanagliarla in quell’avvio di stagione: dopo quella gara vincemmo infatti altre cinque partite, tutte d’un fila, battendo tra le altre, Roma, Napoli e Milan (col famoso gol di Cecco-Netzer allo scadere). Come al solito fu Long John ad orientare la strada maestra: con un gol che restò per mesi nella sigla d’apertura de “La Domenica Sportiva”.