di Giorgio Bicocchi
All’Olimpico il Milan, prossimo avversario, e’ rimasto tabù per oltre dieci anni, fino al gol in controtempo griffato da Hernanes. Era una notte di febbraio di tre anni fa, in panchina c’era Reja, a Roma stava per nevicare mentre Nesta ed Abbiati restavano abbagliati dalla prodezza del brasiliano, bissata nel finale da un superbo gol di Rocchi.
Come si batte il Milan a gennaio? Anche per propiziare la sorte ci siamo divertiti a riavvolgere la pellicola di due vittorie, racchiuse nell’arco di ventidue anni, entrambe per tre a zero.
La prima, datata 19 gennaio 1975, con Maestrelli in panchina e Chinaglia in campo. La seconda, timbrata il 5 gennaio 1997, con Zeman timoniere e Signori e Casiraghi imprendibili guastatori. Si, nella storia degli incroci tra la Lazio e il Milan il Diavolo, all’Olimpico ed a gennaio, si e’ arreso spesso.
Rieccoci al gennaio 1975: sarebbe stata, quella, una annata sciagurata. Con la malattia di Maestrelli, diagnosticata in primavera, la fine di un ciclo irripetibile, i due derbies perduti maldestramente, la fuga americana che, gradualmente, come l’acqua nella roccia, stava facendo breccia nella mente di Long John.
Con quella vittoria la Lazio scudettata si portò ad un solo punto dalla Juve-battistrada: poi, una settimana più tardi, Mazzone e l’Ascoli, battendoci, fecero capire coi fatti che il bis tricolore era irrealizzabile. In quel Milan, quel pomeriggio, giocavano, tra gli altri, Albertosi, Benetti, Bigon, Rivera, Chiarugi. La Lazio segnò tre gol nella ripresa: con Martini, ritratto nella foto, grazie ad un’autorete di Turone, con Chinaglia, ovviamente. Un pomeriggio di sole, gol, abbracci e Lazialita’.
Ventidue anni dopo, ecco la pay-tv: si gioca di sera, in tribuna c’è chi indossa guanti e cappello, dall’altra parte c’è Sacchi ma la Lazio zemaniana e’ un rullo. Due gol nel primo tempo, siglati da Signori e Casiraghi (nella foto). Fish e Grandoni, inedita cerniera difensiva, non tremano davanti a Baggio e Savicevic. Anzi, il ragazzo di Terni si toglie pure la soddisfazione di segnare il suo primo gol in serie A, triplicando e rendendo nervoso Sebastiano Rossi. Poco importa che l’epopea zemaniana fosse agli sgoccioli, con Superdino Zoff pronto, di lì a venti giorni, a subentrare. Fu una notte magica, con la Lazio superbamente in cattedra e Sacchi e il Diavolo malinconicamente dietro la lavagna.