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Tito Masini, il pioniere amato anche da Fellini
Tito Masini, il pioniere amato anche da Fellini

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di Giorgio Bicocchi

1963 Tito Masini in 8 mezzoL’11 febbraio 1966 – esattamente quarantanove anni fa – moriva Tito Masini. Che, dai libri, dai resoconti e dalle ricostruzioni, non può annoverarsi tra i nove fondatori della Lazio ma, paradossalmente, qualcosa di più. Perché i 9 ragazzi romani che scelsero l’ideale-Lazio da coltivare, gradualmente presero altre strade (come i fratelli Bigiarelli, ad esempio) mentre Masini – che pure non faceva parte della griglia eletta della famigerata panchina di Piazza della Libertà – divenne uno dei pionieri con la Lazio nel sangue.

Erano gli anni dell’olimpismo, del progressivo senso di appartenenza. Dove c’era lo stemma della Lazio da esibire con baldanza fiorivano presenze e partecipazioni. Masini, nato nel 1876, eccelleva nel podismo. Si innamorò del calcio e della figura mitologica di Santino Ancherani, propugnò la pallanuoto, disciplina anch’essa importata – come il football – dalla terra di Albione. Fu insomma uno di quegli atleti polivalenti, uno dei tanti vanti sportivi delle (si, usiamo il plurale) Lazio di allora. Che vincevano nelle acque torbide del Tevere le gare di nuoto. Che, nella piscina delle Acque Albule di Tivoli, assaporavano i primi erudimenti della pallanuoto. Che, soprattutto, correvano a perdifiato per le strade di Piazza d’Armi. Masini, solo per questo, fu, con i fatti e l’esempio, uno dei grandi personaggi di quelle annate. Trasformandosi poi, da atleta dotato di mille virtù ed apprezzato in svariate discipline, in dirigente fidato e lungimirante, reggendo il timone della Lazio con saggezza.
Fisico aitante, aspetto vagamente somigliante a quello di un ecclesiastico. Fu così che nel 1963, tre anni prima di morire, Federico Fellini, alla ricerca del cast di “Otto e mezzo”, lo scelse nel ruolo di un cardinale.

1963 Tito Masini e Mastroianni in 8 mezzoE Masini, ritratto a lato in due foto, una con la papalina da Cardinale in testa, l’altra seduto con Marcello Mastroianni, interpretò il ruolo con semplicità, tanto da guadagnarsi i complimenti del Maestro.  La Lazio continuò a seguirla, eccome. Festeggiando gli scudetti del baseball, della pallanuoto, gli innumerevoli titoli della Lazio Nuoto, fucina di campioni e campionesse. E la prima Coppa Italia della Lazio Calcio, datata settembre 1958.
Sarebbe legittimo ricordare la sua figura nei libri e nei resoconti che tratteggiano la storia e le origini della Lazio. Perché Tito Masini, di cui oggi ricorre l’anniversario della morte, non fu un fondatore ma forse qualcosa di più grande.

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