di Marco Petraglia
La vocazione sportiva della Lazio, specialmente nel suo primo ventennio di vita, non impedì lo sviluppo, accanto all’attività fisica e agonistica, di sezioni ed iniziative di carattere culturale e sociale. Una tale inclinazione fu certamente dettata dall’atmosfera e dalla concezione dello sport in cui maturò la formazione associativa della Lazio. Rappresentante illustre di quella interpretazione pedagogica dell’attività sportiva, intesa appunto come strumento prettamente educativo, fu il Cav. Fortunato Ballerini presidente della Lazio dal 1904 al 1923, gli stessi anni in cui tali idee godevano di un largo consenso.
Quanto fosse importante l’aspetto formativo per Ballerini emerge con chiarezza dai suoi scritti e dalle sue pubblicazioni, in particolar modo in “L’educazione fisica popolare”, libro edito nel 1894. Se lo sport stesso veniva inquadrato nell’ottica della formazione e della crescita personale non può sorprendere lo sviluppo parallelo di numerose attività culturali.
Un episodio significativo in tal senso è rintracciabile nell’estate del 1919. Nell’ambito dei festeggiamenti per il Natale di Roma venne indetto dalla Federazione Ginnastica italiana, d’accordo con i Ministeri della Guerra e dell’Istruzione, un Concorso d’onore di ginnastica educativa «per la ripresa – scriveva Ballerini – dell’attività delle società ed istituti […] che a causa della guerra si sono disorganizzati» . Prevista in un primo momento per il 21 aprile la manifestazione venne successivamente spostata al 1 giugno in concomitanza con la festa dello Statuto.
É in questo contesto che la Lazio organizzò, parallelamente alla kermesse ginnica, una visita archeologica presso le Terme di Caracalla. Un ruolo centrale nella realizzazione di questo evento venne svolto dalla sezione Escursionismo, consorella molto cara allo stesso Fortunato Ballerini.
Fu proprio il presidente di tale sodalizio Rodolfo Lanciani, (archeologo, docente universitario e presidente della Commisione Archeologica Comunale) «presentato opportunamente dallo scrivente – ricordava Ballerini – all’affollato uditorio» , ad illustrare ai visitatori accorsi i resti dell’antica struttura termale.
L’iniziativa fu evidentemente un successo e la statura culturale e scientifica di Rodolfo Lanciani non passò certamente inosservata come dimostrano le testimonianze che anni dopo riportò Ballerini in un dettagliato sunto della lezione: «É superfluo dire che la dottissima conferenza suscita il massimo interesse e che l’oratore è vivamente applaudito» .
Pur essendo una piccola parentesi nell’ultracentenaria storia Laziale, questo episodio riporta alla luce quella sintesi armoniosa tra sport, cultura e istruzione che guidò la Lazio ai suoi esordi. Profondamente immersa e influenzata nel clima culturale dell’epoca, questa concezione completa e totalizzante delle società sportive cominciò a sfumare lentamente proprio con la fine della presidenza laziale di Fortunato Ballerini nel 1923.