Scrive così Luigi Bigiarelli, il 21 aprile del 1899, inaugurando l’agenda che il Centro Studi – a centoquindici anni di distanza – ha avuto l’orgoglio di sfogliare. ‘La mia amata e’ partita per Bruxelles e perciò sono cambiate le mie abitudini. Mi sento come un pesce fuor d’acqua, non sapendo più cosa fare ne’ dove andare.
Non trovo neanche sollievo nei posti dove passai ore deliziose con lei. Tutto mi annoia, scanso gli amici rendendomi quasi inurbano. Per rompere il ghiaccio che mi tiene avvinto e per non andare più nei luoghi tanto belli e tanto cari alla mia persona, ho deciso di abbandonare la vita galante, passeggi, caffè. Li cambio invece con gli esercizi sportivi onde divagarmi e, profittando delle stanchezze delle mia membra, facendo esercizi violenti, corsa, lunghe passeggiate e nuoto, potrò dormire…‘
Dunque fu la cocente delusione per quell’amore evaporato a instillare nella mente di Bigiarelli la passione verso lo sport. Tanto che già sei giorni dopo, il 27 aprile, Luigi annoterà sull’agenda di ‘aver fatto allenamento di corsa veloce, metri 150, un buon risultato‘.
Un repertino cambio nella vita di Bigiarelli, dunque, che, di li’ a poche settimane, comincerà a praticare sport nei luoghi di Roma sparita che assistettero gradualmente alla nascita dell’olimpismo capitolino. Le sponde del Tevere, per le prime gare di nuoto. La spianata di Piazza d’Armi – quella tanto cara al primo centravanti e al primo capitano della Lazio, Sante Ancherani – per le corse a perdifiato. Bigiarelli misura i progressi del suo fisico, registra miglioramenti o piccoli rallentamenti nel raggiungimento della forma migliore.
Tanto da far sorgere il dubbio che – se quell’amore non fosse si fosse concluso – magari, con una vita diversa condotta a fianco di quella donna, la nascita della Lazio sarebbe stata rinviata o, peggio ancora, mai avvenuta.
Ecco perché l’agenda di Luigi Bigiarelli e’ documento preziosissimo per raccontare ciò che avvenne nei mesi immediatamente antecedenti alla fondazione della Lazio: racconta i travagli dell’uomo, affresca luoghi e siti splendidi di una Roma che non c’è più e, soprattutto, anticipa i sogni di Luigi. Trasmettere a coloro che si allenavano con lui, o semplicemente a quelli che incrociava nelle prime gare di corsa e nei bagni nel Tevere, i concetti di agonismo, amore per lo sport, lealtà e senso di appartenenza. I cromosomi di quella che sarebbe diventata la Polisportiva più invidiata del mondo. (c.s.)