di Giorgio Bicocchi
Guardate il sorriso contagioso di Fausto Coppi in questa foto del 19 gennaio 1945, tratta da “Il Corriere dello Sport”: accanto a lui, a sinistra, c’è Pietro Chiappini, ex-compagno di squadra del “Campionissimo” nella Legnano. Uno di quelli che, nei primi giorni di quell’anno, partì da Roma per Caserta, dopo che si era sparsa la voce che proprio lì –in un polveroso campo di prigionia degli alleati – era detenuto Fausto,
si, colui che aveva fatto piangere l’Italia del ciclismo e non solo vincendo (da debuttante) un Giro d’Italia, demolendo pure, sul vecchio anello del Vigorelli, a Milano, il record dell’ora del francese Archimbaud. “Vieni a correre per la Lazio, riprenditi la tua vita. Non buttare il tuo talento”: furono queste, all’incirca, le frasi che Chiappini pronunciò per vincere i dubbi di Fausto. La Lazio, d’altronde, con parte dell’Italia del Nord ancora in mano ai tedeschi, era l’unica società seria del Centrosud che poteva offrire una accertata organizzazione.
Coppi si prese qualche giorno per decidere ma alla fine optò per venire alla Lazio, come sapete. Due colori che caratterizzarono la sua (breve, purtroppo) vita. Anche alla Bianchi – nella lunga epopea agonistica, mettendo assieme Giro, Tour e Mondiale su strada – Fausto vestì, con orgoglio, il bianco e il celeste. La Lazio, dopo gli obbrobrii della guerra – lui, fante, costretto ad appiattirsi sulle dune del deserto per schivare l’avanzata dei tank alleati – gli stava fornendo una splendida occasione per riscattarsi. Tornando in sella ad una bici, stavolta fornita dal costruttore Nulli, progettata nel vecchio negozio di via La Spezia, a Roma. Conoscete i risvolti di questa storia: Coppi, tesseratosi per la Lazio Ciclismo, volle accanto a sé anche il fratello Serse, l’ultimo a salutarlo, nell’ospedale di Tortona, quando Fausto terminò il suo ciclo terreno, colpito al cuore da una malaria mal curata. Vinse un po’ di corse, Fausto, con la maglia della Lazio indosso. Tornando a respirare – proprio mentre anche l’Italia intera veniva finalmente liberata – aneliti di vita agonistica, sprint, volate, scatti imperiosi. Come ai bei tempi.
E’ una foto storica e anche un po’ commovente, quella con la quale corrediamo questo breve approfondimento su uno dei testimoni più luccicanti della nostra Polisportiva. Un vanto esclusivo: Coppi, il più forte corridore italiano e forse del mondo, ha vestito – dal gennaio all’estate del ’45 – i colori della Lazio. Fu felice, Fausto, in quei mesi di riscossa: la Lazio – dopo la prigionia in Africa e nel campo di Caserta – gli aveva restituito la voglia di credere in ciò che sapeva fare meglio: pedalare solitario verso un traguardo.