di Giorgio Bicocchi
Guardate la foto a corredo di questo pezzo: il primo da sinistra, il signore con i capelli brizzolati, e’ Giulio Glorioso, colui che incarno’ il baseball Laziale, prima, e azzurro, poi, inserito, risultati e prodezze alla mano nella ‘Hall of Fame’ della Federazione.
Poi, a seguire, c’è Romano Pontisso, il Totem della Lazio Ciclismo, buonissimo corridore e poi bravo dirigente. Ecco, proseguendo, un giovanissimo Antonio Buccioni, fidatissimo delfino – negli anni da Segretario Generale della Polisportiva – di Renzo Nostini. Che è il signore, sempre molto distinto, che chiude, a destra, questa istantanea, una delle quasi centotrentamila raccolte, custodite, amate dal Centro Studi Nove Gennaio Millenovocento.
Ci siamo ricordati di questa foto – che affresca meglio di tante altre l’essenza della S.S. Lazio Generale – per celebrare oggi, 4 gennaio, il compleanno di Giulio Glorioso. Nato a Udine ottantatré anni fa, assiste l’anagrafe, ma con Roma (e la Lazio) nel cuore. Artefice del doppio scudetto del ’49 e del ’54 della Lazio Baseball, una delle sezioni più longeve e romantiche della Polisportiva.
Meriterebbe, oggi, una torta a forma di diamante, Giulio, perché, sul diamante di gioco, per quasi una vita, e’ stato un incontrastato monarca. Tricolore con la Lazio, diventato poi il più forte giocatore italiano del movimento, tanto da essere selezionato per un ‘clinic’ organizzato, nel ’53, dalla franchigia americana di Cleveland.
Glorioso, tempra friulana, si è gradualmente appassionato alla Lazio, tanto da scegliere di vivere, a Roma, vicino allo stadio Flaminio, accanto a ciò che un tempo era il mito inarrivabile della Rondinella.
La sua e’ stata una sorta di favola: scoperto, in virtù di doti da autentico predestinato, in un incontro che disputo’, giovanissimo, contro una selezione dell’ambasciata americana a Roma. Squarci di una città, reduce dalle ferite della guerra, bella e commovente, assistettero alla sua crescita esponenziale.
Battitore, re dei fuoricampo, il baseball compagno di vita. Con il fruscio regale delle ali dell’Aquila ad accompagnarne, da giocatore e poi da dirigente, tre quarti di vita. Buon compleanno, Giulio, Mister Baseball.