Dal 2012 il centro di studio e documentazione ufficialmente riconosciuto dalla S.S. Lazio
La nascita del tifo organizzato biancoceleste
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Questo è il risultato di una ricerca, di una storia, di più storie, di scoperte e ritrovamenti, apparentemente distanti tra loro ma con quell’unico filo conduttore che è la S.S. Lazio.

1932.10.23ForzaLazio

Anzi, si parte dalla “Podistica” Lazio, perché è lì, nei primi anni del secolo scorso, che il protagonista (indiretto) di questa storia “compare”. “Un mio prozio era podista nella Lazio dei pionieri e giocò poi con Ancherani…”.

E’ grazie all’amico Fabio Giuncato, pronipote del Nostro, che si avvia un piccolo studio su questo atleta.

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E poiché, come detto, il frutto di questa ricerca nasce dall’intrecciarsi e dal dipanarsi di più storie, ne troviamo un altro, di punto di inizio: la pubblicazione sul sito dell’Associazione Sodalizio Biancoceleste, a firma del compianto amico Giorgio “Acerbis”, quale presentazione del derby dello scorso 16 ottobre 2011, della cronaca riportata dal “Littoriale” di un lontano derby: quello del 23 ottobre 1932, dove per la prima volta si fa riferimento ad una “scenografia” organizzata dai tifosi, quelli Laziali appunto. Quella stessa cronaca è presente su “La storia della Lazio” di Mario Pennacchia, uno dei punti di riferimento – forse il principale – per chiunque voglia cimentarsi con la storia della Lazio che è anche storia del novecento romano ed italiano.

Riportiamo l’esito della ricerca dello scorso anno:

Nel sito del Sodalizio, alla vigilia dell’ultimo derby, veniva riportata la cronaca della stracittadina del 23 ottobre 1932, quando, una Lazio capitanata da Ezio Sclavi, sconfisse la Roma, anche in quel caso proprio come entrambe gli incontri di questo anno calcistico, per 2 gol ad 1. Aldilà delle gesta calcistiche che portarono a quella vittoria nel derby, un passaggio dell’articolo ha colpito la nostra attenzione: “Una grande folla era presente quel giorno allo stadio, grande sventolio di bandiere all’ingresso delle formazioni in campo, nel settore dei tifosi Laziali viene innalzato un gigantesco telone con scritto FORZA LAZIO a caratteri cubitali. Subito i fotografi si accalcano per ritrarlo. Prime coreografie in uno stadio italiano e siamo solo nel 1932, ma questi sono sempre stati i tifosi della SS Lazio”. Troppa la curiosità per non avviare immediatamente una ricerca mirata al reperimento della foto; dopotutto, se come riporta la cronaca, se molti fotografi si accalcarono per riprendere questo (primo documentato?) spettacolo di tifo “organizzato” una foto dovrà pur esistere! E’ occorsa qualche giornata di ricerca ma siamo lieti di potervi presentare la foto in questione. Si tratta di uno striscione con la scritta “FORZA LAZIO”, a caratteri abbastanza ricercati nella forma, meno in verità nel “riempimento” a vernice, tenuto “a mano” poggiato sulle reti di recinzione da tifosi biancocelesti giovani e giovanissimi, molti, elegantissimi, col “vestito della domenica”. Completano questa immagine di storia di tifo organizzato ma spontaneo, alcuni vessilli a bande biancocelesti. Pensare che 80 anni fa dei tifosi si armarono di stoffa e vernice, come avrebbero poi fatto centinaia di loro “eredi” di generazioni successive, per rappresentare l’amore ed il sostegno per l’ideale biancoceleste emoziona, ed il Centro Studi Nove Gennaio Millenovecento è ben lieto di pubblicare sul sito del Sodalizio, anch’esso erede di quei pionieri del tifo, questa piccola, grande, “scoperta”.

La ricerca poteva dirsi conclusa qui, “forse” (formula dubitativa che è quasi sempre d’obbligo quando i fili della memoria sono così lunghi e consunti dal tempo come nel caso delle ricerche storiche sulla S.S. Lazio) eravamo di fronte alla prima scenografia organizzata da tifosi Laziali; alla cronaca dell’evento viene associata la testimonianza fotografica e tanto poteva bastare. Lungi dal pensare che dietro quella manifestazione di tifo e colore ci fosse un’organizzazione tale da poter classificare l’evento come la nascita o comunque la prima manifestazione di un movimento strutturato dei tifosi.

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(una foto di Carlo Fantacone)

“Un mio prozio era podista nella Lazio dei pionieri e giocò poi con Ancherani, si chiamava Giancarlo (Carlo) Fantacone”.

Di Carlo Fantacone non ci sono moltissime notizie: gli annali di Altetica Leggera ne riportano le gesta in termini di freddi numeri, risulta presente, come socio e come partecipante a “gite” organizzate da Ballerini (assieme al fratello Enrico e forse anche alla sorella Carmen) nei verbali della Lazio Escursionismo dell’epoca ed è ai più noto come uno dei marcatori nella vittoriosa finale della coppa Baccelli contro la Virtus del 3 febbraio 1908.

Approfondiamo con l’amico Fabio…

Carlo discende da una famiglia storica, i Fantacone appunto, insediatasi in Esperia, paese vicino Cassino, fin dal 1200 circa; proprietari di vasti territori agricoli della zona. La sua storia è tutta da raccontare ed in parte ancora da scoprire, ad esempio: come si “avvicinò” alla Podistica Lazio?

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(lo stemma araldico dei Fantacone)

Famiglia storica e con Storia, dicevamo, basti pensare ad un altro Fantacone, quell’Alberto, martire di guerra trucidato alla Fosse Ardeatine. Ma quella di Carlo Fantacone è veramente un’altra storia, degna dei giusti approfondimenti e della giusta riscoperta e divulgazione.

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“Ti porto della cose di zio Carlo”. E le cose oltre ad essere appunto i dati sportivi e tecnici, sono un pacco di carte ingiallite, fragilissime e mal piegate: giornali, giornali di 80 anni fa. Data una rapida scorsa ai titoli si va subito a cercare i dati significativi: luogo di stampa, editore, direttore e giornalisti. E, come prima sorpresa anche per Fabio, leggiamo che il Direttore Responsabile è lui, Carlo Fantacone.

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Il giornale è, almeno per noi sin qui sconosciuto: “Il Lazio Sportivo”, edito in Roma ma riportante notizie di sport, calcio e non solo, riguardanti l’intero il territorio laziale, nel solco tracciato da quell’apertura mentale che portò i Fondatori, quel 9 gennaio, a scegliere il nome LAZIO: eh sì, è evidente come anche Carlo respirò a pieni polmoni l’atmosfera di quella Lazio pioniera.

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La tecnica e la qualità della pubblicazione meritano un piccolo approfondimento. Si tratta di un settimanale, in uscita ogni domenica. I numeri sono del 1932 ma non si notano particolari rimandi al contesto ed i personaggi politici dell’epoca, di solito molto presenti, vuoi in termini di piaggeria che di ironia, nelle pubblicazioni dell’epoca. Le notizie riguardano principalmente del calcio e questo lo porta a narrare di vicende “nazionali” ma, come detto vi si trovano notizie su tutti gli eventi sportivi della regione ed anche delle regioni immediatamente adiacenti il Lazio. Un prodotto quindi con una struttura completa e che evidentemente rispecchiava i desiderata dei lettori dell’epoca, …che più o meno poi sono gli attuali. Non molte foto, ma disegni e caricature di pregio artistico, notizie asciutte ma molti editoriali ed approfondimenti.

Un giornale romano. e la romanità emerge spesso, sotto forma di citazioni “geografiche” di quella Roma ormai in parte sparita ma soprattutto nella prosa degli editoriali e di qualche articolo, che attingono a piene mani ai vocaboli ma soprattutto si rifanno ad uno stile, dialettale si, ma raffinato e mai volgare.

Stile tutto romano quindi ed anche correttezza, rispetto delle regole ed ancor prima dell’avversario, consapevolezza del Laziale “prius” ma senza arrogante ostentazione.

Una linea editoriale dove troviamo forte la difesa di Roma e della Lazio contro gli “attacchi” di giornali di altre città.
In un numero, una lunga ed accorata difesa, anzi un (contr)attacco verso il Mattino di Napoli reo di aver aspramente criticato la Lazio, in un altro una ironica e salace critica ad una prima penna che aveva rapidamente e superficialmente archiviato il successo della stessa.
…altri tempi, ma per la S.S.L. stesso trattamento di oggi, evidentemente.

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Stile Lazio quindi: corretto (anche nella forma), elegante, ironico e combattivo. Questi giornali, ma ne tratteremo in altri articoli, danno spunti e conferme su ulteriori fatti di casa Lazio quali ad esempio la genesi delle squadre di calcio giovanili della S.S.L., i famosi “microbi” dei quali, anche qui, troviamo la narrazione della nascita nel già citato libro di Pennacchia. Riportando l’attenzione sulla storia protagonista di questa ricerca sfogliamo i numeri antecedente e successivo al derby del 23 ottobre del ’32.

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Anche qui corsi e ricorsi: nel numero del 23 troviamo articoli, commenti ed illustrazioni sul prepartita, all’interno dei quali traspare netta la differenza di approccio al pronostico, tra le due tifoserie: a fare da contraltare ad una baldanzosa tracotanza di parte giallorossa troviamo una maggiore cautela ed oggettività di giudizio dei Laziali, siano essi addetti ai lavori o di semplici tifosi.

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Sulla partita la storia è nota, ed andando al numero del 30 ottobre 1932 possiamo trovare i commenti del post: una giusta e misurata esaltazione dei protagonisti della vittoria Laziale.

Un ex, Fulvio Bernardini, ironicamente bacchettato per una certa allergia (ormai) conclamata verso i nostri colori, ma di contro una sua elegante difesa per taluni aspetti di vita personale.

E poi notizie e fatti a confutare scusanti varie per la sconfitta incassata e lamentele fuori luogo…e stile

Tanta romanità nella descrizione delle varie scommesse vinte e perse, anche da parte di illustri personalità abruzzesi.

Ma poi la notizia che è notizia e scoperta: i riferimenti alla scenografia, perchè di scenografia si può tranquillamente parlare dato che insieme al “telone” del “Forza Lazio”, troviamo a far da complemento, lo sventolìo di bandierine a righe biancocelesti e l’indicazione che la stessa era stata organizzata con dovizia di particolari dalla “Paranza Aquilotti”, un gruppo di tifosi, organizzati e chiamati a raccolta (con tanto di indicazione di nomi e cognomi e struttura gerarchica del gruppo) a sostegno (e difesa…, come vediamo riportato nella cronaca dell’unico momento di frizione tra le due tifoserie), della S.S.L.

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(organigramma e nomi dei tifosi Laziali appartenenti alla “Paranza Aquilotti”)

Un ulteriore passaggio indica come l’organizzazione di questa ed altre Paranze (il contesto è principalmente quello dei bar-biliardo, ad esempio viene indicata anche quella del “Bar Quirino) fosse in continua evoluzione, preannunciando ulteriori sviluppi ed iniziative nell’ambito del tifo organizzato Laziale.

Il paragone per quanto azzardato va fatto, ed oggi, a distanza di 80 anni esatti, non si può che guardare a quel derby del 23 ottobre 1932 come al “9 Gennaio 1900” del Tifo organizzato Laziale.

Da questi gruppi dell’epoca fino all’attuale tifo giovanile in Curva e l’Associazione Sodalizio in Tribuna Tevere, passando per i “Circoli”, i “Club” e successive Associazioni, i tantissimi gruppi “pre-Ultras” ed “Ultras” (uno per tutti il C.M.L. del 1971), l’associazione di questi nei GABA, gli Eagles’ Supporters prima e gli Irriducibili poi, una storia che, ora lo si può dichiarare, dura da 80 lunghi anni, sui quasi 113 della Società Sportiva Lazio.

Pionieri, anche su questo, a Roma …e forse, come per tante altre iniziative passate o recenti, non solo a Roma.

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