di Marco Petraglia
Una volta creata questa prima intelaiatura costitutiva, la sezione poté fare il suo esordio pubblico. “Il giorno 26 febbraio – come riportava un articolo sulla rivista “Lazio” – ebbe luogo al Poligono della Farnesina l’inaugurazione ufficiale dei corsi d’istruzione a 500 ragazzi, e presenti le Autorità furono pronunciati solennemente discorsi patriottici dal cav. Ballerini, dal gen. Zoppi, e dall’on. Pais Serra». Il programma era così stabilito: «Ogni domenica dalle 9 alle 11 nel poligono della farnesina ha luogo la istruzione a più di 500 ragazzi dell’età da 11 a 16 anni impartita dai sottufficiali della Scuola magistrale militare di educazione fisica, nonché dal capitano di artiglieria avv. Quirico, dal capitano di fanteria Petrucci Croce, dal tenente d’artiglieria ing. Felice Mariani e dal capitano dei granatieri Nicolò Arimondi”.
Le attività svolte al poligono della Farnesina furono frequentate ogni domenica da numerosi ragazzi “in specie quelli di famiglie distinte”, impegnati in una vera e propria educazione fisica, morale e tecnica. La validità di tali metodi, seppur riveduti in un ottica più militaresca rispetto alla originale versione britannica, fu accolta con favore da buona parte dell’opinione pubblica e del mondo sportivo. Anche la presidenza della Federazione Ginnastica italiana nella seduta del 12 febbraio 1913 “ritenendo che questa iniziativa sia una pratica applicazione della ginnastica premilitare, decide di inviare un plauso alla Società Podistica Lazio e al suo presidente Ballerini e di segnalare questo movimento come esempio alle società federate”.
Nonostante una preponderante presenza di militari nell’organizzazione, il vero motore ed artefice delle prime fortune dello scoutismo romano fu il prof. Carlo Colombo (immortalato in una foto a corredo). Lodato più volte dallo stesso Ballerini, questo era evidentemente più interessato all’aspetto pedagogico ed educativo che avrebbe caratterizzato il movimento fino ad oggi. Il 30 giugno 1913, ponendo fine alla fase sperimentale e distaccandosi in tal modo dalla Lazio, Carlo Colombo creò ufficialmente il C.N.G.E.I.
Il successo della nuova associazione fu immediato e trasversale, tanto che ben presto la carica di presidente onorario venne rivestita dal re Vittorio Emanuele III, il quale acconsentì volentieri alla nomina di ragazzo esploratore del principe ereditario Umberto II. Numerose furono le cerimonie e le manifestazioni pubbliche alle quali il giovane principe partecipò vestito nell’uniforme scout.
Non soltanto membri della famiglia reale, militari e personalità della classe dirigente furono coinvolti, ma anche personaggi della vita pubblica e dello spettacolo. Curioso fu il caso riportato da Fortunato Ballerini: “Anche Willy Ferrrero, celeberrimo maestro d’orchestra a 7 anni, è nominato e vestito da esploratore con uniforme offertagli dalla “Lazio”.
Nonostante il distacco dalla sezione della Lazio, il C.N.G.E.I. rimase, nei suoi primi anni di attività, legato a questa ed in particolar modo a Ballerini il quale più volte lodò gli sforzi e l’entusiasmo di Carlo Colombo, la cui dedizione fu premiata con l’erezione ad ente morale del C.N.G.E.I. il 21 dicembre 1916. Con tutta probabilità, stando alle parole di Ballerini, questa iniziativa scaturì dalle pressioni del generale Zoppi, colui che fu presidente della citata sezione della Lazio rivolta all’istruzione premilitare, al tiro a segno e agli allievi esploratori.
L’interesse degli ambienti laziali alle sorti del nuovo movimento sono rintracciabili soprattutto negli sforzi messi in atto da Ballerini nel tentativo di sanare le fratture createsi con le sfere ecclesiastiche. La Chiesa, infatti, ancora nel pieno del conflitto con lo Stato italiano, giocava una delle sue battaglie più importanti proprio nel campo della formazione dei giovani e non intendeva in alcun modo declinare la missione educativa a soggetti laici. Carlo Colombo, che aveva nel frattempo ottenuto il riconoscimento anche dal fondatore degli scouts Baden Powell, venne così accusato di nutrire scopi politici ed anticattolici e di sottrarre i giovani ai doveri religiosi. Questa netta presa di posizione del Vaticano portò il 28 gennaio 1916 alla creazione dell’Associazione Scoutistica Cattolica Italiana (A.S.C.I.) da parte del Conte Mario di Carpegna.
Deluso dalle critiche rivolte a Carlo Colombo e contrario allo scenario di opposizione creatosi, Ballerini si adoperò in prima persona per porre fine alla divisione. D’accordo col nuovo presidente del C.N.G.E.I., il principe Pietro Lanza di Scalea, tentò la conciliazione con il conte Mario di Carpegna e i suoi collaboratori. Questi, anche grazie ai buoni rapporti che intercorrevano con Ballerini, si dichiararono “ben disposti purché l’ordine venisse dall’alto”.
Ballerini allora si rivolse immediatamente al barone Carlo Monti, Direttore generale del Fondo per il Culto, il quale garantì di parlarne con Papa Benedetto XV.
Vani si rivelarono, tuttavia, gli sforzi del presidente laziale di fronte alle ferme opposizioni di alcuni membri del C.N.G.E.I., in particolar modo del vice-presidente Vittorio Fiorini.
Sicuramente acerbo e riadattato alle necessità politiche, culturali e sociali del tempo, lo scoutismo romano nato nel 1912 rappresenta comunque il prodromo dell’odierno movimento nazionale e la Società Sportiva Lazio può certamente farsi vanto del suo contribuito determinante nella creazione di una proposta educativa che ha coinvolto, in più di un secolo, migliaia di giovani italiani.