di Giorgio Bicocchi
A due giornate dalla fine del campionato, con tre lunghezze di vantaggio (all’epoca, trentotto anni fa, per le vittorie venivano assegnati soltanto due punti) tutti avevano l’intima consapevolezza che il tricolore, il primo della storia della Lazio, era davvero a portata di mano.
“Già due settimane prima della gara con il Foggia – racconta Angelo Tonello, storico dirigente della Lazio di Lenzini – in sede erano arrivate richieste di biglietti dall’Australia, dagli Stati Uniti. Il Lazio Club Vienna, ad esempio, prenotò sei tagliandi per i suoi altrettanti soci”.
Insomma, ci fosse stato un Maracanà da riempire (con i suoi oltre duecentomila posti a disposizione) quella Lazio di Maestrelli e Long John ce l’avrebbe fatta – per la decisiva partita col Foggia – a farci entrare proprio tutti. L’Olimpico del ’74 registrava, nei bollettini ufficiali, una capienza complessiva di 73.863 posti a disposizione. La Lazio di allora aveva staccato, all’inizio di quella folgorante stagione, 18.392 abbonamenti. Già il giovedì antecedente la partita del 12 maggio tutti i biglietti messi in vendita si erano volatilizzati: insomma, pure i famigerati casotti verde militare del vecchio Olimpico sarebbero rimasti chiusi il giorno della partita.
“Sold-out”, tutto esaurito, un’attesa spasmodica se è vero che sin dalla sette del mattino (la gara si sarebbe disputata alle ore 16) un fiume di gente, colorata dei nostri amati colori sociali, avrebbe cominciato ad uscire di casa, direzione Olimpico, il luogo dell’auspicato trionfo. Con i biglietti esauriti ma con le richieste per poter accedere all’Olimpico che continuavano a pervenire, sorse subito un potenziale problema di ordine pubblico. Cosa sarebbe accaduto se qualcuno avesse provato a forzare i cancelli?
“Così- racconta Tonello, testimone diretto di quella fantastica avventura – presi contatto con il Vice Questore e con il Prefetto, rappresentadogli la situazione e una potenziale via d’uscita. Avremmo potuto mettere in vendita, se il Coni, le Forze dell’Ordine, la Siae fossero stati d’accordo altri cinquemila biglietti. Quelli dei cosiddetti posti in piedi, posizionati nei lunghi corridoi della Tribuna Tevere, della Non Numerata e della Monte Mario. Avremmo creato delle vie d’uscita supplementari ed avremmo consentito a piu’ persone di assistere alla partita, scongiurando problemi fuori e dentro lo stadio”.
Fu una delle più rapide decisioni che la burocrazia adottò. E così al numero di abbonati si aggiunsero 60.494 paganti per un totale di 78.886 spettatori. Il Guinness dei primati dellìOlimpico, a quasi sessantìanni dalla sua inaugurazione. Un record che resiste all’usura del tempo: mai è stato superato, mai in una partita di campionato si registrò un numero così alto di spettatori-paganti. Un motivo di vanto – uno dei tanti – per lìultracentenaria storia della Lazio e dei suoi appassionati.