Eccola, la scoperta del Centro Studi che mette la parola fine alla disputa tra storiografi e ricercatori. Olindo Bitetti, una delle figure leggendarie della Lazialità – come testimoniato dalla copia del certificato a corredo di queste righe – nacque a Caserta il 6 maggio 1886. Non a Roma, dunque, tantomeno un anno prima, come rivelato da alcune fonti.
Bitetti, ovvero una sorta di Totem. Raccontano che fosse presente il 9 gennaio 1900, a quattordici anni neppure compiuti, sulla spianata di Piazza della Libertà, il giorno in cui Bigiarelli ed altri otto pionieri diedero vita a quel sogno chiamato “Lazio”. Fu podista, calciatore e pallanuotista, ovviamente con l’Aquila sul petto. Organizzo’ la sezione canotaggio, custodendo l’anima del Circolo. E poi la Polisportiva, la sua crescita. I suoi ideali, a cui diede impulso, sempre in modo disinteressato. Un paladino della Lazialità piu’ pura e piu’ bella. Gareggiare, vincere, possibilmente, ma sempre rispettando gli avversari e le regole.
Intui’ gli auspici del federale Foschi – che voleva fondere alcune società, tra cui la Lazio, nella nascente A.S. Roma, riciclando pure lo Stadio della Rondinella – e corse dal Generale Vaccaro per impedire l’oltraggio: solo per questo episodio, Bitetti merita l’applauso perenne del popolo Laziale.
Assieme ai fratelli Ercoli e a Zenobi si oppose, talvolta, ad alcune strategie di Fortunato Ballerini, un’altra delle personalità piu’ luccicanti della Lazio Generale. Fu, pero’, un confronto che arricchi’ sempre, a livello di idee e di contributi, l’universo della Polisportiva, democrazia in continuo fermento. Bello, oggi, allora essere riusciti a ricostruire le sue origini: Olindo Bitetti, laziale doc, nato a Caserta il 6 maggio 1886.