di Giorgio Bicocchi
Festeggia oggi sessantanove anni, Paola Saini. Che, per chi non conoscesse le storia da leggenda della Lazio Nuoto – il più antico sodalizio italiano – ha rappresentato una delle eccellenze di una delle nostre discipline più amate. Il Centro Studi Nove Gennaio Millenovecento, con la sua foto acclusa (risalente a quegli anni magici, a cavallo tra il ’50 e il ’60)
celebra così una delle atlete più brave della Polisportiva, capace di migliorare – tra tanti prodigi – addirittura di quattro secondi il record sui centro metri stile libero dell’epoca. Roba da wonderwoman, come – estremizzando, ma mica tanto, il concetto – può essere annoverata Paola Saini. Che, lo scorso luglio, accogliendo l’invito di Antonio Buccioni, ha varcato la soglia del Circolo Canottieri Lazio per riabbracciare le compagne di un tempo, strizzando di nuovo l’occhio – dopo oltre sessant’anni – agli ideali della Polisportiva. Lo stesso viso sveglio di un tempo, magari qualche capello bianco, utile per rinverdire la leggenda, che credete…
Figlia del segretario generale del CONI, sorella di Luigi e Gianfranco (il primo smise presto di nuotare, il secondo era un patito dei cronometri…), iniziò ad incantare nei Centri del Comitato Olimpico, incontrando – e divenendo suo buona amica – Patrizia Nostini, si, proprio lei, una delle due figlie del Totem della Lazialità, Renzo, custode per decenni della Lazio Nuoto e della S.S. Lazio Generale. Proprio Patrizia tratteggia oggi –nel giorno di festa dell’amica, il traguardo dei 70 anni già nel mirino – un bel profilo di Paola. “Quando l’ho rivista, tre mesi fa, al Circolo, ho ritrovato una donna diversa. Sicuramente più aperta. Quando gareggiava Paola Saini era di poche parole, molto concentrata sugli allenamenti e sul modo ottimale per emergere. La sua maggiore virtù in vasca? Nuotava con uno stile ammirevole, con forza e grandissima classe. Lei ed io? Amiche in quegli anni di Centri Coni, passati essenzialmente nella piscina – grande e piccola – del Foro Italico”. Così, mentre Patrizia, in tribuna, era preziosa collaboratrice dell’organizzazione e dell’ufficio stampa dei Giochi Olimpici di Roma ’60, Paola Saini, in vasca, ad appena quindici anni (essendo nata, in Piemonte, l’11 ottobre del ’45) diventava la prima italiana ad aver raggiunto una semifinale olimpica. Dopo i Centri Coni e la consapevolezza di avere stoffa, Paola divenne atleta della Lazio Nuoto: la sua unica società, in carriera. Mise assieme una sequenza impressionante di record e vittorie: quasi cinquanta primati assoluti, tra gare individuali e staffetta, ricordano gli almanacchi. Roba da autentica predestinata.
“Quando venne tesserata per la Lazio – ricorda Patrizia Nostini – fu chiaro per tutti che Paola era avviata ad una carriera folgorante. Abbinava classe e potenza ad una impressionante forza di volontà. In piscina sei solo con te stesso e ti devi adeguare a ritmi di allenamento metodici. Ma lei non era spaventata: coniugava l’amore per l’acqua alla voglia di diventare qualcuno. Come puntualmente accadde”.
Smise presto, Paola, l’attività agonistica, nel ’66, ad appena ventuno anni. Non resse all’impatto emotivo della tragedia aerea di Brema, quando il nuoto azzurro perse, in una notte senza stelle, nei cieli di uno spicchio infame della Germania, la sua meglio gioventù. C’erano – sopra quell’aereo – tutti i migliori amici di Paola. Che, avendo vinto e dato tutto, disse basta, dedicandosi agli studi, laureandosi in scienze biologiche, girando e soggiornando per il mondo. Voltando pagina, insomma.
La Lazio – nella sua contagiosa entità – l’ha riabbracciata al Circolo Canottieri, tre mesi, all’interno di uno dei suoi luoghi prediletti, riavvolgendo, in poche ore, anni di autentico dominio. Buon compleanno, Paola, mito senza tempo della Lazio Nuoto.