di Giorgio Bicocchi
Fu festante il ritorno dagli Appennini: 28 novembre di trentadue anni fa, Pistoiese-Lazio 0 a 1, recitano gli almanacchi. Che, in rapidissima sintesi, significò: sesta vittoria consecutiva, Fernando Orsi imbattuto da quasi 550’, una Lazio scoppiettante e in piena salute, il Milan – l’altro grande favorito di quel torneo cadetto – tenuto a bada.
Cinquemila tifosi Laziali festeggiarono quel blitz, al cospetto dei mitici “arancioni” toscani – guidati in campo dai bravissimi Giorgio Rognoni e Sergio Borgo (un nostro ex) – propiziato da un tiro velenoso, scagliato dopo pochi minuti dall’inizio della gara, da Sergio Vella. Si, il grande “Pancho”, baffoni spioventi, cresta scura al vento, un centrocampista che sapeva contrarre e pure proporsi con profitto in zona-gol. Come, spesso, accadde in quel campionato 1982-83, quello giocato, fino a giugno inoltrato, con Clagluna prima e Morrone poi in panchina, con Gian Casoni Presidente e quella maglia con l’aquila stilizzata portata a spasso, con baldanza, su e giù per lo Stivale.
“Pancho” Vella, ritratto qui a fianco in una foto luminosa mentre corre sul prato dell’Olimpico, restò alla Lazio solo un anno e mezzo: contribuì – eccome – alla risalita, risorsa preziosissima in quel campionato. Che la Lazio giocò da protagonista per tutto il girone di andata, battistrada imprendibile, salvo poi ritrarsi pericolosamente da gennaio in poi. Perdendo a Campobasso e Monza, tanto per citare due stop fragorosi, smarrendo concretezza e, purtroppo, posizioni in classifica. Vella, una volta tornati in A, seppure idolo dei tifosi che ne apprezzavano grinta e caparbietà, venne ceduto ad ottobre all’Atalanta. Problemi di bilancio, si disse e si scrisse, perché Chinaglia, ben presto, dopo aver rilevato in estate il pacchetto azionario della Lazio, si ritrovò solo, con una società da portare avanti, senza l’agognata cordata americana che pareva doverlo fiancheggiare.
Di quel pomeriggio vissuto a Pistoia restano, nella mente, il gol di Vella, la festa di Orsi, ancora imbattuto, un gol salvato sulla linea da D’Amico nel corso di una ripresa vissuta spesso in trincea. La squadra schierata quel giorno da Clagluna? Orsi, Podavini, Saltarelli, Vella, Miele, Pochesci, Ambu, Manfredonia, Giordano, D’Amico e De Nadai. Con Stefano Chiodi entrato in campo quasi sul finire, più per liberare in acrobazia la nostra area che per offendere.
La Lazio, dopo la sesta vittoria consecutiva, non si fermò: la settimana successiva ne timbrò un’altra, contro il Varese all’Olimpico. Orsi perse l’imbattibilità quasi a Natale, infilato da Oscar Damiani in quel Lazio-Milan dell’82 che, in serie B, portò allo stadio oltre settantamila spettatori. Istantanee romantiche di una Lazio che appassionava, pure in cadetteria.