Che la Storia più che centenaria della Lazio sia intrecciata con quella sociale e culturale, oltre che sportiva, di Roma fino talvolta a condizionarne il percorso, è fatto noto. Che il movimento Laziale, fin dalle sue “romanissime” origini fiumarole, abbia beneficiato della spinta propulsiva oltre che di decine, poi centinaia, poi migliaia di praticanti, anche di quella di personaggi illustri, è fatto altrettanto notorio. Storia della Lazio e storia di Roma che si fondono. Ma c’è un momento, quello della Grande Guerra, in cui storia di tutto e di tutti si amalgama, sicuramente come mai prima e mai dopo, a rappresentare la Storia d’Italia. E scoprire, riscoprire, chi è stato protagonista attivo in uno degli periodi più caratterizzanti la storia d’Italia riempe sempre di soddisfazione ed orgoglio. Scipione Scipioni nasce nel 1898 e muore nel 1996 quasi centenario. Lunga vita da Laziale, storico pioniere della Sezione Escursionismo, la sezione forse che più di altre raccoglie il testimone degli ideali fissati in quelle amate cinque lettere il 9 Gennaio del 1900. Ennesimo “eroe biancoceleste in grigioverde”. Protagonista in tutte le trincee che costituirono l’epopea della prima linea italiana sul Piave, sul Monte Grappa, …a Caporetto. Fratello tra l’altro di uno dei Legionari di Fiume, cui lo stesso D’Annunzio dedica un’accorato ricordo dopo la morte. La sua Storia arriva al Centro Studi, come spesso accade, attraverso la passione tramandata ai suoi eredi di nome e fede Laziale, ed attraverso un oggetto: un meraviglioso diploma della Podistica degli anni pioneristici intitolato ad un altro personaggio molto noto all’epoca (sul quale manteniamo, ci perdonerete, l’indispensabile riserbo che è effetto collaterale di una ricerca ancora in corso). Diploma di pregevole fattura, che rappresenta alcune discipline esercitate dalla Podistica, stampato da quel Nelli di Firenze, protagonista della produzione delle prime medaglie di gara e commemorative della “prima” Lazio. Di Scipione (Scipio) Scipioni troviamo traccia anche in un bollettino della Sezione Escursionismo del 1981, nelle condoglianze per la scomparsa di sua moglie, a testimoniare un legame mai affievolitosi nel tempo. Trovare, ritrovare, uno di quegli eroi “biancocelesti in grigioverde” che fecero la Storia d’Italia ci inorgoglisce sempre. Perchè ci testimonia come l’orgoglioso spirito di laeltà ed appartenenza alla Lazio si incarni sempre nello stile di vita e perchè, immodestamente, si contribuisce a preservarne memoria ed onore.