di Giorgio Bicocchi
La voce di Aldo Giordani, il cantore del basket, entrò nelle case degli italiani in una domenica pomeriggio dell’inverno del ’79. Erano i tempi in cui una gara del campionato di basket veniva irradiata, in leggero anticipo rispetto alle altre, verso le 15,30. Le telecamere si accesero al Palasport di Mestre, il tempo per ammirare, contro la Superga, una Lazio Basket, sponsorizzata Eldorado, semplicemente perfetta, capace così di prenotare, con largo anticipo, la promozione in serie A1, dopo anni di letargo.
Un campionato a petto in fuori, quello. Un allenatore capace, eccome, come Giancarlo Asteo. Due americani vincenti: uno, Jeelani, semplicemente immarcabile, re dei canestri e dell’area piccola, l’altro, Mc Donald, superbo nello spazzare i tabelloni, ghermire decine di rimbalzi e innescare contropiede devastanti. “Avevo una squadra di ragazzi piccoli, mica grossi, e dovevo fare di necessità virtù”, raccontò Giancarlo Asteo tanti anni fa, riavvolgendo quella annata, Lazio Basket meritatamente in vetrina, capace di vincere il campionato di serie A2, mettendo in cassaforte, in ventisei partite complessive, sedici vittorie.
La lista degli italiani presenti nel roster? Meritano tutti – anche a trentacinque anni di distanza – una doverosa citazione: Manzotti, Ciaralli, Bacci, De Angelis, Sforza, Vitali, Lorenzon, Iannone, Samoggia, Antonelli. Nomi e città di un basket ormai dimenticato, sfogliando le partecipanti a quel torneo di A2: Superga Mestre, Juve Caserta, Pagnossin Gorizia, Rodrigo Chieti, Pinti Inox Brescia, Sarila Rimini, Jolly Colombani Forli’, Acerbo Cagliari. Nel gruppo pure il Bancoroma, che giocava nell’impianto di Settebagni, espugnato dalla Lazio nella gara di andata con i gialloblù che, al ritorno, restituirono la delusione vincendo in pompa magna al Palazzetto, gremito spesso da oltre tremila spettatori, mica quisquilie.
Giocò un basket veloce e redditizio, quella Lazio di Asteo. Mettendo la freccia già nel girone di andata, guadagnando la testa della classifica. Davi la palla a Jeelani e il più era fatto: che bravo, l’americano. Dopo il blitz di febbraio a Mestre, sopra descritto, e la gestione di una crisi preoccupante fino a fine marzo (quattro stop in cinque gare), la Lazio, nel rettilineo finale del campionato, recuperò smalto, festeggiando la promozione addirittura con un turno di anticipo. Una squadra spettacolare e divertente, capace in molte occasioni di superare i 100 punti, esibendo basket a mille all’ora.
Uno dei tanti miracoli agonistici di Giancarlo Asteo, coach prematuramente scomparso. La favola sportiva più bella per Abdul Jeelani che, tre anni fa, il Presidente della Lazio Basket, Santi, ha nuovamente vestito di bianco e celeste, reinserendolo nei ranghi tecnici.
Poi la vita cestistica proseguì, come la foto allegata dimostra, con la rosa della squadra che prese parte al campionato di serie A2 1980-81. Resta il ricordo di una impresa sportiva romantica per una sezione antichissima della Polisportiva.