di Giorgio Bicocchi
L’ultima volta di Uber all’Olimpico capito’una sera di dicembre di due anni fa. Si giocava di lunedi’ per via delle solite schizzofrenie del calendario. La Lazio incontrava il Novara: erano stati i due amori calcistici (e non solo) di Silvio e Uber, a braccetto di Paola Piola, torno’ in mezzo ai tifosi Laziali, alzando, prima di sedersi in tribuna, il suo bastone in segno di saluto.
Oggi, 14 giugno, Uber Gradella, classe ’21, compie 92 anni. E’ il decano degli ex giocatori della Lazio. Una sorta di istituzione: silenziosa ma per questo mica da sottacere, simbolo di una Lazialità bella e appassionata. Già, appassionata: Uber etichetta cosi’ coloro che soffrono per la Lazio. Non tifosi ma appassionati, quasi a volerne tratteggiare maggiormente il legame. Solido e di cuore.
Portiere, recita la storia. Numero uno essenziale, con un senso del piazzamento ad accrescerne le virtu’. Mantovano di nascita, arrivo’ alla Lazio dal Verona. Il primo giorno da Laziale venne messo a proprio agio proprio da Piola, il capitano coraggioso. “Guarda che qui siamo tutti uguali”, gli disse il Mito dall’alto della sua grandezza.
Ad Uber sono legate istantanee di una Roma, intesa come città, e di una Lazio oggettivamente sparite. Il pranzo nell’osteria del Centro, prima della partita. Il tram che portava al campo, diviso con i tifosi. E poi una fila di ragazzi perbene: Piola, Flamini, Monza, Romagnoli, Ramella, Puccinelli. La Lazio fu, per lui, una autentica favola. Meravigliosa, negli anni che lo consacrarono. Rabbiosa nei giorni successivi all’addio, decretato da un infortunio balordo al ginocchio.
Quando la società, sei mesi dopo l’infortunio, scelse di consegnare la muta di portiere titolare a Sentimenti IV e di concedergli la lista gratuita, ovvero l’opportunità di accasarsi in un altro club, Uber non ci penso’ neppure un momento. A ventotto anni, sposato e con due figli, pur di non tradire la squadra che gli aveva regalato fama e benessere, smise di giocare a pallone, riciclandosi, di li’ a poco, imprenditore di articoli sportivi. Tappezzo’ la pareti del negozio adagiato vicino Piazza Mancini, ovviamente di storie laziali dell’epoca. La sagoma di Piola, il ciuffo di “Flacco”, i fisici aitanti di Monza e Romagnoli.
Uber imito’ il gesto romantico di Ezio Sclavi, che, anni prima, preferi’ smettere – senza legarsi ad altri colori – piuttosto che lasciare la Lazio. Una bandiera da custodire, in un angolo del cuore. Cio’ che Gradella ha fatto per una vita, sempre legato ai colori dell’aquila. Oggi Uber festeggia 92 anni: bello chiudere gli occhi e pensarlo sempre ben curato, i capelli in ordine, con un’aquila immaginaria sul cuore. Buon compleanno, decano, da tutti noi.